|  | Questo affresco è dipinto sulla controfacciata, posta 
					a sinistra della porta d’ingresso.Cerrini S.L'Apocalisse dei Templari 
					(Milano, 2012)L’affresco si compone di quattro immagini sovrapposte.
 In basso è illustrata una scena di combattimento a cavallo fra 
					i cavalieri del Tempio e i loro avversari.
 Sopra un gruppo di frati templari in abito bianco che si sporge 
					da una fortezza di fronte ad un leone.
 Ancora più in alto è dipinta una nave di templari marinai che 
					naviga in un mare burrascoso, ma ricco di grossi pesci.
 Se alziamo ancora gli occhi vediamo un enorme libro chiuso trattenuto 
					dagli artigli di un rapace.
 La battaglia è l’unica scena che è stata separata dalle altre, 
					tracciando una spessa striscia color rosso, sotto e sopra, che 
					ne delimita lo sviluppo. Come per dirci che quello era il fatto, 
					l’avvenimento storico, il dato da cui dovevano partire. E che 
					tutto ciò che si vede sopra: il leone, il convento templare, 
					la nave e i pesci, il libro e il rapace, appartiene a un altro 
					piano, cioè sono elementi per una riflessione sulla condizione 
					umana, un commento, un approfondimento, tappe di un percorso 
					iniziatico, i gradini della scala celeste, una serie di visioni, 
					non una storia.
 
 Il fascino di queste strisce parlanti, con i marcati contorni 
					di terra rossa o di nero e il bianco, o le campiture di ocra 
					gialla e rossa, di azzurrite, da cui emergono animali, architetture, 
					piante e personaggi, ci induce a fermarci e ad ascoltare. È 
					un grande racconto per immagini, una sorta di fumettone che 
					i templari hanno preparato verso la metà del duecento. Un modo 
					di dipingere popolare che rifugge da pretese puramente estetiche, 
					che non ambisce a misurarsi con le eccellenze artistiche, ma 
					che è stato scelto per farsi capire dal maggior numero di persone.
 
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